sabato 19 dicembre 2015

MOZIONE: CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE
















 MoVimento Cinque Stelle Schio
 Schio, 11/12/2015
 Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di Schio
 Al Signor Sindaco del Comune di Schio



 MOZIONE
 ( Ai sensi dell'articolo 29 del R.f.C.C.)

 OGGETTO: “Contro lo spreco alimentare e per il coordinamento delle realtà territoriali al fine di delineare una rete per la redistribuzione delle rimanenze alimentari nel territorio del Comune di Schio”

 PREMESSO CHE

 − Secondo recenti dati forniti dalla FAO gli sprechi alimentari nel mondo ammontano a più di 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari ad circa un terzo della produzione totale. In altri termini, solo il 43% dell’equivalente calorico dei prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene consumato dall’uomo. II 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti finisce in discarica. In Gran Bretagna si gettano tra i rifiuti 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile, per un costo annuale di 10 miliardi di sterline. In Svezia, mediamente, ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato.

 − La situazione non è molto diversa in Italia: più di 8 miliardi di euro di cibo all’anno vengono gettati nella spazzatura. Ogni anno (Rapporto 2014 Waste Watcher) una famiglia italiana getta 49 kg di cibo, per un totale di 1,19 milioni di tonnellate di alimenti sprecati. Gli sprechi maggiori riguardano la verdura (10,7 kg), la frutta (9,9 kg), il pane (9,1 kg) e la pasta (6,0 kg), mentre risulta minore lo spreco di alimenti più costosi come carne (4,5 kg), formaggi (2,1 kg), pesce (1,8 kg), surgelati (1,8 kg) e salumi (1,2).

 − L’espressione “spreco alimentare” è anche sinonimo di spreco di risorse, in primis quella idrica. Stando ad una ricerca scientifica dell’Università di Napoli (2012) lo spreco alimentare in Italia ha toccato i 1.226 milioni di metri cubi d’acqua impiegata per la produzione del cibo che è poi stato gettato via senza essere consumato. Uno sperpero idrico incredibile se si pensa che la stessa quantità di acqua avrebbe potuto soddisfare il fabbisogno idrico annuo di 19 milioni di italiani. Dei 1.226 milioni di metri cubi d’acqua sprecati, 706 milioni di metri cubi sono stati sprecati dai consumatori ed i restanti 520 milioni sono stati sprecati durante la filiera produttiva, ancora prima, cioè, di arrivare nelle case dei consumatori. Lo spreco alimentare, poi, inquina. Sul fronte delle emissioni, sono 24,5 i milioni di tonnellate di biossido di carbonio sprigionati inutilmente in atmosfera per produrre beni alimentari destinati alla pattumiera. Il 20% di questi gas serra è legato al settore trasporti, e di questo, 14,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica sono associate al cibo sprecato dai consumatori e 10,2 milioni di tonnellate sono legate alle perdite lungo la filiera alimentare.

 − Dal 1974 ad oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%, ma solo di recente, complice la crisi economica globale, la questione è trattata come un vero problema. Il 23 maggio 2015 l’Assemblea Nazionale francese ha approvato unanimemente una nuova legge sullo spreco alimentare. In pratica, entro il luglio del prossimo anno, i punti vendita della grande distribuzione alimentare con una superficie superiore ai 400 mq, dovranno donare i prodotti in scadenza alle associazioni ed enti che si occupano di sfamare i meno abbienti, mentre gli scarti alimentari saranno utilizzati per realizzare biocombustibile, mangime per animali o compost per l’agricoltura.

 − Nel giugno di quest’anno la regione Piemonte ha promulgato una legge (Legge n. 12 del 23.06.2015) avente ad oggetto la promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti. − In Parlamento è in discussione una proposta di legge (Gadda ed Altri) recante il titolo "Norme per la limitazione degli sprechi, l'uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale". Molte amministrazioni locali, infine, si sono già espresse sull’argomento.

 − Il Ministero dell’Ambiente ha, di recente, accolto l’invito della Commissione Europea ad affrontare il problema dello spreco alimentare nei propri piani nazionali per la prevenzione dei rifiuti creando il “Programma Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare” con il compito di delineare in maniera dettagliata e completa tutti gli aspetti che riguardano la prevenzione degli sprechi alimentari, definendo opportune misure volte a ridurre la quantità di prodotti alimentari destinati al consumo umano che finiscono tra i rifiuti.

 − A livello locale diverse amministrazioni stanno adottando iniziative che prevedono la raccolta/redistribuzione delle rimanenze alimentari di bar, negozi alimentari, panifici, gastronomie, negozi di frutta e verdura, ristoranti e centri di piccola, media e grande distribuzione alle persone socialmente più deboli individuate con metodiche utilizzate per l’assegnazione di varie prestazioni assistenziali. Ciò comporta, inoltre, un aumento del volume dei rifiuti destinati allo smaltimento con ulteriore aggravio dei costi economici, oltre che a quelli sociali.

 − Dal punto di vista etico e sociale lo spreco alimentare rappresenta una contraddizione non più tollerabile di fronte al numero crescente di persone in stato di difficoltà economica, quando non di povertà, che già oggi trovano conforto ed assistenza in enti ed associazioni che, a livello locale e nazionale, si occupano dell’assistenza ai più deboli anche attraverso il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari e dei prodotti invenduti. Risulta parimenti non più accettabile la disparità tra chi spreca il cibo e chi non ha da mangiare.

 Per tutto quanto sopra,

 SI PROPONE

di attuare misure concrete per combattere, anche nel nostro territorio, il fenomeno dello spreco alimentare e per provvedere alla raccolta/redistribuzione delle eccedenze alimentari coinvolgendo direttamente tutta la filiera preposta, dai produttori, ai consumatori, alle istituzioni locali ad enti ed associazioni di settore sensibilizzando l’opinione pubblica a partire dalle scuole per promuovere modelli e comportamenti di consumo responsabili e sostenibili e

 SI IMPEGNANO SINDACO E GIUNTA 

● a prendere contatto con enti ed associazioni di settore, già presenti nel nostro territorio, per organizzare/coordinare la raccolta e redistribuzione delle rimanenze alimentari;

 ● a regolamentare la modalità di assegnazione e redistribuzione delle stesse dando priorità ai cittadini più bisognosi da individuare secondo le liste predisposte dall’assessorato e dagli uffici dei servizi sociali con metodiche già sperimentate per l’assegnazione di altre prestazioni socio­assistenziali;

 ● ad avviare tutte le procedure necessarie per attivare un efficiente servizio di raccolta e redistribuzione delle eccedenze alimentari presenti nel nostro territorio;

 ● a pubblicizzare adeguatamente tale iniziativa anche attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte, specialmente, agli alunni delle scuole d’ogni ordine e grado contro il fenomeno dello spreco alimentare.


Grazie dell'attenzione e distinti saluti


Gruppo Consiliare MoVimento Cinque Stelle Schio 
Consigliere Marco Vantin

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