da John Perkins autore del famoso
"Confessioni di un sicario dell'Economia"
John Perkins, autore del famoso “Confessioni di un sicario dell’economia”, chiese ad una conferenza: “quale fatto grave successe l’11 settembre 2001?”
e il pubblico, ovviamente, rispose che c’era stato l’attacco alle torri
gemelle, quello che causò la morte di 2.500 persone all’interno delle
twin towers. Allora lui insistette: “No, qualcosa di molto più grave!” E di fronte alla titubanza del pubblico, disse: “L’11 Settembre 2001 sono morte 30.000 persone di fame, nel mondo. E anche il 12, il 13, il 14 settembre…”.Touchè.
È
evidente che troppo spesso ci concentriamo sui nostri problemi,
piccoli, contingenti, a volte passeggeri, e non riusciamo ad innalzare
lo sguardo. Come possiamo preoccuparci della crisi di un sistema
economico che permette (anzi costringe) che 30.000 persone muoiano ogni
giorno per la fame? Che gli stati, soprattutto quelli del terzo mondo ma
non solo, siano sopraffatti da debiti impagabili sempre maggiori, e le
tasse che si pagano vadano quasi esclusivamente pagare gli interessi su
questi debiti? Dobbiamo proprio disperarci, e combattere per mantenere
lo status quo, lottare per non far morire un sistema che si fregia delle
proprie conquiste tecnologiche, ma non sa come smettere di sporcare e
inquinare il pianeta, e lascerà in eredità ai propri figli un modo più
sporco, più inquinato, più velenoso? Come possiamo insomma farci
portabandiera di questo sistema ed essere tristi se questo modello di
società è in crisi?
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