MoVimento Cinque
Stelle Schio
Schio, 19/09/2015
Al Signor Presidente
del Consiglio Comunale di Schio
Al Signor Sindaco
del Comune di Schio
PROPOSTA ORDINE
DEL GIORNO
( Ai sensi
dell'articolo 30 del R.f.C.C.)
OGGETTO: Richiesta a Consiglio e
Giunta della Regione Veneto di rivedere e modificare il progetto di legge
regionale n.23 della decima legislatura, salvaguardando le attuali prerogative
dei comuni riguardo a leggi e provvedimenti regionali in materia
socio-sanitaria.
PREMESSO CHE
-
con protocollo 13382 del 14/07/2015 è stato
presentato al Consiglio Regionale del Veneto il progetto di legge regionale
n.23 della decima legislatura, titolato “Istituzione dell'ente di governance
della sanità regionale veneta denominato 'Azienda per il Governo della Sanità
della Regione del Veneto - Azienda Zero'. Disposizioni per la individuazione
dei nuovi ambiti territoriali delle aziende ULSS”, su iniziativa dei
consiglieri Zaia, Finco e Rizzotto;
-
in data 08/09/2015 e 18/09/2015, sono stati
auditi i presidenti delle 21 conferenze dei sindaci delle attuali Ulss venete;
-
durante le suddette audizioni, da parte dei
sindaci veneti, e da più parti, nel corso delle commissioni consiliari e nei
dibattiti pubblici, sono state espresse preoccupazioni per alcuni dei contenuti
del progetto di legge regionale, che andrebbero ad intaccare pesantemente le attuali
prerogative degli enti locali riguardo a leggi e provvedimenti regionali in
materia socio-sanitaria, suscitando per di più dubbi in merito al mantenimento
dell'attuale livello di finanziamento ed efficienza dei servizi sociali;
-
sono state evidenziate in particolare criticità
sulle seguenti questioni:
la legge regionale 56/1994, al comma 3 dell'articolo 9,
prevede che le modifiche dei confini delle ULSS vengano decise per legge dal
Consiglio regionale, “sentiti gli enti locali interessati”, ovvero comuni e
province o città metropolitana coinvolti dal cambiamento dei confini. A tale
proposito, il progetto di legge presentato, all'articolo 21, vorrebbe eliminare
tale importante prerogativa degli enti locali, togliendo loro la possibilità di
far conoscere al Consiglio regionale il punto di vista di chi vive
concretamente la realtà quotidiana dei vari territori del Veneto;
nello stabilire i confini delle nuove ULSS è stata operata
la scelta di seguire semplicemente i limiti delle province, un ente i cui
confini non è detto corrispondano sempre ai reali bacini di utenza dei vari
presidi ospedalieri. Anche su questo si è scelto di agire prescindendo da una
preventiva consultazione del territorio attraverso i comuni;
in base al progetto di
legge regionale di cui all'oggetto, le nuove ULSS avrebbero al loro interno più
conferenze dei sindaci, una per ognuna delle ULSS attuali, e i presidenti delle
ULSS attuali andrebbero a comporre l'esecutivo delle nuove ULSS provinciali.
Di fatto non vi sarebbe
più una istituzione di rappresentanza unitaria per tutti i sindaci di una
provincia, facenti capo alla nuova ULSS, in merito alla materia
socio-sanitaria.
Inoltre non è chiaro né se
dovrebbero continuare a sussistere gli esecutivi delle ULSS attuali, né se le
nuove ULSS provinciali debbano o possano eleggere un proprio presidente, né le
modalità con le quali verrebbe espressa la valutazione annuale dei nuovi
direttori generali delle ULSS su base provinciale da parte delle conferenze dei
sindaci. In base al sistema preconizzato, infatti, ogni direttore generale
verrebbe valutato, riguardo “alla qualità ed efficacia dell’organizzazione dei
servizi socio-sanitari”, da più conferenze dei sindaci, senza chiarire quale
peso verrebbe assegnato alle valutazioni delle varie conferenze;
nel
testo del progetto di legge non appaiono chiaramente definite le modalità con
le quali le funzioni di “programmazione” della prevista Azienda Zero dovrebbero
interagire con le linee di indirizzo definite dalle conferenze dei sindaci per
l'impostazione programmatica delle attività delle ULSS, ai sensi dell'articolo
3 comma 3 della L.R. 56/1994; tanto più che, come sopra esposto, ogni ULSS
dovrebbe tener conto degli indirizzi stabiliti da più conferenze dei sindaci
insistenti nel territorio;
l'abolizione della figura del direttore dei servizi sociali
e della funzione territoriale farebbe mancare ai comuni un importante punto di
riferimento per quanto riguarda la gestione dei servizi sociali. La
sostituzione di questa figura con un “Coordinatore dei servizi sociali”, che
risponderebbe al direttore sanitario, fa temere il passaggio in secondo piano
dell'area del sociale, preludio a un suo possibile ridimensionamento e
sottofinanziamento;
il tipo di
riorganizzazione previsto per le ULSS fa temere anche per il futuro dei piani
di zona. Sarebbero necessarie rassicurazioni in merito alla continuità
dell'efficacia di questi importanti strumenti di pianificazione dei servizi
sociali. Infatti, in base al progetto di legge regionale proposto, i piani di
zona di livello intercomunale dovrebbero svolgersi in ambiti territoriali
corrispondenti alle province, un'area molto più ampia di quella attuale, nella
quale le diversità territoriali rischiano assumere una minor rilevanza;
nell'articolo 18 del
p.d.l.r. 23, si prevede che le attuali ULSS diventino distretti sociosanitari,
mentre i vecchi distretti diverrebbero “articolazioni organizzative del
distretto”. All'atto pratico, non è chiaro quali compiti manterrebbe e quali
perderebbe un'”articolazione organizzativa di distretto”, rispetto ad ora che
la stessa area è classificata come “distretto”;
non
è prevista nel nuovo ente la partecipazione dei
comuni alle attività di controllo e di programmazione, che potrebbe
essere assicurata attraverso strumenti che già esistono, in particolare le
Conferenze dei sindaci e la Conferenza regionale permanente per la
programmazione sanitaria e socio sanitaria. Tale partecipazione potrebbe ad
esempio esplicitarsi attraverso la nomina, per mezzo delle suddette conferenze,
di un componente del Comitato d'indirizzo e/o del Collegio sindacale.
VISTO CHE
-
ai primi di settembre è stata inviata ai comuni una richiesta di
parere in merito alla modifica dell'ambito territoriale dell'unità locale
socio-sanitaria di appartenenza, ai sensi dell'articolo 9 commi 3 e 3bis, della
L.R. 56/1994, che prevede una risposta da parte dell'ente interpellato entro il
termine di sessanta giorni dal ricevimento della richiesta.
CONSIDERATO CHE
-
stando a quanto riportato nell'attuale versione
del p.d.l.r. 23, se venisse abolito il comma 3
dell'articolo 9 della L.R.56/1994, le missive inviate nella presente
occasione potrebbero essere le ultime nelle quali viene chiesto un parere ai
comuni in merito alla variazione dei confini delle ULSS, conferendo alla
presente consultazione un carattere di particolare importanza, quale giudizio
definitivo di conclusione di un'esperienza di concertazione tra Regione ed enti
locali vicini ai cittadini;
-
le audizioni dei presidenti delle conferenze dei
sindaci in merito al p.d.l.r. 23, di fronte alla quinta commissione del
Consiglio regionale, sono avvenute in gran fretta, con poco tempo a
disposizione sia per la disamina del progetto di legge da parte delle singole
amministrazioni comunali, sia per ascoltare i pareri dei presidenti delle
conferenze;
-
per tale motivo, in
occasione delle audizioni in commissione regionale, non è stato permesso ai
sindaci di esporre in modo esaustivo il proprio punto di vista, né è stato dato
loro il tempo di confrontarsi con la cittadinanza in merito alla
riorganizzazione proposta per il sistema socio-sanitario veneto e per le ULSS;
-
tali modalità di azione rafforzano ulteriormente il timore che si
voglia limitare il più possibile la voce delle amministrazioni comunali e dei
cittadini per quanto riguarda la sanità e i servizi sociali nel proprio
territorio.
RITENUTO CHE
-
sia assolutamente necessario recuperare, mantenere e incrementare
le prassi di consultazione e collaborazione tra Regione, enti locali e
cittadini dei vari territori, al fine di garantire il permanere delle
caratteristiche peculiari del sistema socio-sanitario veneto.
Tutto ciò premesso e
considerato,
SI
IMPEGNANO SINDACO E GIUNTA
1) a sollecitare
Consiglio e Giunta della Regione Veneto a rivedere il progetto di legge
regionale n.23 della decima legislatura, in particolare nelle parti che
riducono o eliminano le competenze dei comuni, citate in premessa al presente
atto e considerate parti integrali ed essenziali dello stesso;
2) altresì offrire ai
cittadini occasioni di informazione e dibattito sul progetto di legge regionale
in oggetto, che potrebbe rivoluzionare completamente la sanità e i servizi
sociali del Veneto.
Grazie dell'attenzione e distinti saluti
Gruppo Consiliare MoVimento Cinque Stelle Schio
Consigliere Marco
Vantin
Mozione approvata nel Consiglio Comunale del 19 Ottobre 2015, con il solo voto contrario della Lega Nord.
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